Più o meno esplicitamente le mie conversazioni con i Genitori che si rivolgono a me in cerca d’aiuto cominciano quasi sempre con questa considerazione. Vera, nella misura in cui emerge una lettura della situazione che affrontano con i propri Figli di breve respiro. Cosa intendo? Che lo sguardo degli attori chiamati in causa in una situazione conflittuale è, più spesso di quanto non si immagini, condizionato dal coinvolgimento personale, soggettivo, ed emotivo. Di tutti. Ma in particolar modo a me colpisce quello dei Genitori che sembrano non riuscire più ad avere quella visione di insieme necessaria a trovare un modo costruttivo per affrontare e superare le incomprensioni che si sono generate tra loro e i propri Figli. Certamente è molto difficile riuscire ad essere contemporaneamente attori e registi che osservano con la dovuta distanza quello che sta accadendo, ma forse basterebbe che Madre e Padre unissero le forze in un consapevole gioco di squadra. Quando io intervengo in aiuto, la mia prima premura è che ai Genitori sia più chiaro quanto sta succedendo e capita molto spesso che nell’ascoltare le mie parole Madre e Padre si scambino un’occhiata dicendo come abbiamo fatto a non pensarci, adesso che ce lo dice lei ce ne rendiamo conto con più precisione, è quasi ovvio. La premura successiva è quella di illustrare loro le possibili strategie di intervento che sono sempre più di una e che i Genitori devono saper scegliere sapendo trovare le più adatte alle loro caratteristiche individuali. In questo gioco di confronto poi si aprono sempre scenari di cambiamento che tocca tutte le Persone coinvolte: i Bambini per primi ritrovano la loro strada di sviluppo, i Genitori recuperano la serenità che segue sempre la scoperta di essere perfettamente capaci di rivestire il proprio ruolo e infine chi ha avuto l’onore e l’onere di essere interpellato continua a scoprire il valore dell’intervento educativo quando è votato all’autonomia delle Persone, qualunque età abbiano, e alla crescita e all’equilibrio che ne conseguono.
A cura di: Emanuela Dozza